lunedì 30 giugno 2014

Delizie di Sicilia? Come voi nessuno mai!

Con più di una punta di orgoglio, mi permetto di definire la cucina siciliana degna di un banchetti degli dei. Campanilismo a parte, riconosco che venire in Sicilia è la maniera migliore per godere di più d'una bellezza: il paesaggio, la costa, i monti, il Vulcano, l'arte e dulcis in fundu per gustare sapori che sarà difficile bissare altrove. In questo post vi parlerò di alcuni sapori prevalentemente di Palermo, mia città d'adizione. Non mancherà tuttavia maniera, tra le pagine di questo blog, di fare incursioni anche nelle restanti otto province dell'isola. La Sicilia, infatti, oltrechè godere di nove differenti dialetti (caratteristici per declinazioni di dentali e gutturali, di quel cantilenare che varia da provincia a provincia e di quel modo di salmodiare, tipico di alcuni paesi dell'entroterra agrigentino), vanta anche una varietà enogastronomica, che mette accenti diversi a seconda che ci si trovi a Catania, a Palermo o ad Agrigento.
 
 

E' talmente vasta la nostra tradizione ai fornelli che, per un banchetto di matrimonio (giusto per fare un esempio di abbuffata pantagruelica), gli sposi avranno l'imbarazzo della scelta: il menù a base di pesce (gli involtini di pesce spada non si dimenticano, così come il cous cous o la ghiotta e che dire dei polipetti al sugo e lenticchie), quelli di carne (stigghiole, falsomagro, bruciuluni, polpettone), i vegetariani (caponata di melanzane, parmigiana, panelle, crocchè), i primi piatti d'eccellenza (la pasta alla Norma, la carbonara di pesce spada - piatto tipico di Lampedusa - la pasta di San Calò - tipica dell'agrigentino e condita con salsa di pomodori freschi e melanzane fritte e servite come un trionfo a fette intere sul piatto finito - e ancora gli adorabili bucatini con sarde e muddica). Il tripudio di dolci vince il senso di colpa per l'accumulo incessante di calorie: cannoli alla ricotta, zeppole di san Giuseppe, cassata tradizionale ed al forno, gelati al pistacchio di Bronte, cioccolata modicana, paste di mandorla di sant'Alfio (dolcissimo e minuscolo paese sull'Etna), buccellati (dolce tipico natalizio a base di frolla, frutta candita, fichi secchi, marmellata d'arance, mandorle e scaglie di cioccolato).
 
 

Se capitate da Palermo in questo periodo vi consiglio un paio di tappe: potrete fare una colazione succulenta al bar Sicilia, che si trova in via Malaspina, a due passi dal carcere minorile. Non è vicinissimo al centro, ma  varrà la pena di fare un giro in bus per raggiungerlo. Lì potrete scegliere tra la colazione salata (sfincioni, ravazzate -  ossia brioche salate ripiene di ragù -  arancine di ogni gusto) e quella tradizionale (ciambelline fritte e al forno, ericine con la crema bianca o alla ricotta, iris fritte ripiene di crema di latte o di crema di ricotta - questo è uno dei dolci da colazione tipicamente siciliano.
 
 

E' fragrante al primo morso e quindi dalla consistenza morbidissima. E' una bomba calorica, ma va assolutamente gustata). Potrete inoltre farvi preparare un buon cappuccino dal mago palermitano del milk design. I prezzi sono onesti e le quantità considerevoli. A metà mattina vi consiglio uno spuntino al bar Massaro, in via Basile, lì potrete gustare quelle che a mio avviso sono le migliori arancine della città: non sono unte, sono preparate con ingredienti di qualità e vi faranno conoscere il sapore originale di questo cult della rosticceria sicula. Sempre al bar Massaro vi consiglio di gustare un gelato alla frutta: è ottimo.
 
 

Da via Basile potrete facilmente raggiungere piazza Indipendenza e anche lì troverete un paio di punti di riferimento della gastronomia palermitana: il bar Santoro, con i suoi anellini al forno e la deliziosa pasticceria mignon, la friggitoria Testagrossa (ottime il panino pieno zeppo di panelle e crocchè, che per chi non lo sapesse sono il trionfo dello street food local), più giù, discendendo corso Vittorio Emanuele, si può sostare al bar Marocco, dove gustare ottime cassate e il premiato gelato alla nocciola. Un pranzo veloce e in stile street food? In corso Finocchiaro Aprile troverete un'istituzione della città: NInu u Ballerinu.
 
 

 
Sono famose le sue acrobazie, eseguite durante la preparazione di panini con le panelle o di mafalde ripiene di milza (si tratta di una preparazione tutta palermitana, a base di milza fritta, condita con limone e formaggio pecorino). Già che siete in zona, potrete fare un salto in via Colonna rotta e visitare un tempio della pasticceria siciliana: la Cappello.Lì hanno inventato la torta Sette veli, che come dice la parola stessa ha sette distinti strati, che declinano in maniera personale i sapori del cioccolato. Venire a Palermo e non provarla sarebbe eretico. Se volete fare un pranzo veloce immersi nel centro storico della città, potrete spostarvi verso piazza Marina, da Ninu u guastiddaru (angolo corso Vittorio Emanuele). Lì, seduti ai tavoli, con tovagliato di carta, potrete fare un pranzo succulento, tutto a base di sapori siculi e a costi contenuti. Un buon caffè: al Bristol, in via Amari, a pochi passi da piazza Politeama. Lì potrete concludere con una cassatella e un ottimo cremino di caffè. I posti citati sono solo un sunto delle miglilaia di proposte di locali, ristoranti, fast food che si possono incontrare a Palermo e ai quali dedicheremo spazio nei prossimi post. Non si potrà infatti non parlare, tematicamente, di luoghi celebri come Spinnato, la pasticceria Albicocco, Oscar, il bar Rosanero e tanti altri. Intanto che dirvi: buon appetito! (foto by Maristella Panepinto all rights reserved)

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