mercoledì 25 giugno 2014

Facciamo un giro nel ventre di Palermo: la chiesa di san Giuseppe ai Teatini

C'è un luogo di Palermo che mi è particolarmente caro. E' la chiesa di san Giuseppe ai Teatini. Si trova ai Quattro canti, laddove via Maqueda si divide in due metà virtuali: c'è la parte alta, che è  diventata il quartiere generale degli immigrati di lingua Tamil (da quelle parti - tra fast food indiani, negozi srilankesi e profumerie asiatiche -  si attivano all'unisono tutti i sensi e se si chiudono gli occhi si sente perfino odore di Asia). C'è poi la parte a sud, dove resistono alcune delle insegne storiche della Palermo commerciale. A volere definire con un solo aggettivo la chiesa di san Giuseppe, mi viene da usare il più immediato: bella! Lo è per via di quel barocco seicentesco raffinato, che la rende diversa da certe architetture palermitane, che stancano gli occhi e annoiano per via del loro eccesso. A mio avviso, che non sono un'esperta nè di arte nè di architettura, ma che da entrambe mi lascio contagiare d'istinto, somiglia a certe chiese di Roma, a quella di san Filippo Neri in particolare. La chiesa di san Giuseppe si fa amare per via di quell'atmosfera singolare, che coglie il visitatore una volta entrato: è raccolta, sebbene sia enorme, è intima, anche se è uno degli itinerari turistici più battuti della città.

C'è poi quella leggenda, che da sempre ne ha incrementato i pellegrini. Interno alla chiesa è infatti un piccolo chiostro, con al lato sinistro una fontana, dalla quale sgorga, secondo la storia riconosciuta dalle istituzioni ecclesiastiche, acqua miracolosa. La leggenda parla di un'immagine, quella della Madonna della Provvidenza (patrona/protettrice della chiesa e del rione, festeggiata il 15 gennaio), che è stata installata, dopo una mistica visione di uno dei monaci, nella chiesa. Da lì a poco, nella cripta della chiesa, fu rinvenuta la sorgente (era il 1668, quasi due secoli prima dell'apparizione di Lourdes) la cui acqua, secondo gli scritti della confraternita teatina,  ha operato nei secoli decine di miracoli. Tutt'oggi, la fonte è visitata quotidianamente da decine di fedeli, che si inginocchiano, implorano e che, talvolta, armati di bottiglie e bidoni, fanno scorte dell'acqua miracolosa.
I meno informati non sanno che l'immagine originale della Madonna della Providdenza si trova all'interno della chiesa, in una delle navate della parete a sinistra. Quella a capo della fonte è una riproduzione più recente. A curare l'edificio e le funzioni sacre sono i monaci teatini. Attualmente ve ne sono tre, capitanati da padre Fernando, un simpatico e gioviale sacerdote colombiano, conosciuto da mezza Palermo, vuoi per i modi gentili, vuoi per la foltissima chioma. Se vi capitasse di visitare la chiesa, vi consiglio di scambiare quattro chiacchiere con don Fernando, vi contagierà con la sua simpatia tutta sudamericana.
Vi consiglio di leggere i link, che vi indicherò di seguito, così da conoscere meglio la storia e il culto della chiesa di san Giuseppe ai Teatini:  la chiesa, la sorgente miracolosa. Considerato che Palermo è il regno del buon cibo pret a porter, vi suggerisco, qualora organizzaste un tour ai Teatini di Palermo, di fermarvi in uno dei bar di corso Vittorio Emanuele e della romantica piazza Bologni. Al bar Marocco, di fronte alla cattedrale, potrete fare una ricca colazione in piedi, gustando ciambelle fritte, cassatine di ricotta e marzapane o sfioncione palermitano. Nei tre bar che si trovano sulla piazza, potrete accomodarvi e magari accompagnati da un buon libro guida su Palermo, sorseggiare un caffè ristretto, gustando una briosche con il tuppo o un'arancina, il tutto, se sarà possibile, sotto il cielo azzurro e aperto dell'estate siciliana. Ne varrà la pena e conservete uno di quei ricordi che restano :-) (foto Maristella Panepinto all right reserved).

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